A-nemica polemica La pubblicità dell'Università di Macerata


[Iniziò così]

A-nemica polemica
Il professor Lodoli, sulla Repubblica (21 luglio 2004, cronaca di Roma), ha criticato con parole volgari la pubblicità dell'Università di Macerata, da lui considerata volgare. E' un po' come cencio che parla male di straccio. Poi è arrivata la Codacons, bacchettona. Manifesti da tirar via perché offendono. Senso del pudore da regime, alquanto spudorato. Riportiamo l'articolo di Lodoli e la risposta dell'agenzia pubblicitaria Iceberg che ha curato la campagna per l'Università di Macerata.
[continua]


Si parla dei manifesti dell'Università di Macerata:

• il mestiere di scrivere »
• Comunitazione »
• SocialDesignZine (Aiap) »
• "Uno che passa" (commento di Ubaldo Sagripanti - psichiatra e scrittore) »
• Giorgio Guarnieri, responsabile Quaderno di Critica d'arte »

• La polemica con Annamaria Testa
(docente di Tecniche della comunicazione creativa presso la facoltà di Scienze della comunicazione all'Università IULM di Milano.) »

 

VOLGARITA' E CORNA
PROVE D'ATENEO

Marco Lodoli

In questi giorni la città si è riempita di nuovi e fastidiosi manifesti pubblicitari. Nuovi, fastidiosi e inspiegabili. Alcuni ragazzi ci fanno le corna, i manicotti, la linguaccia, e non riusciamo a capire perché, Chi sono, cosa vogliono? Stanno forse pubblicizzando una rabbiosa discoteca punk, o qualche bizzarro ristorante dove si insultano i clienti? Lo slogan sotto quei gestacci recita niente di meno che "La buona educazione". Si sa come sono i pubblicitari, vogliono sintetizzare in un'immagine sola tutto un lungo discorso. A volte sanno stringere in un solo nodo mille fili, riescono a coagulare tutto il sangue che scorre nel corpo sociale in una crosticina che ci grattiamo per mesi. A volte, invece, sputazzano controvento. Guardiamo meglio quei ragazzi che ci insultano da mille angoli di strada. Cerchiamo di capire il messaggio, il prodotto, l'idea. Ecco, ora leggiamo meglio: Università degli studi di Macerata. Esimi professori, accademici illuminati, cattedratici solenni invitano i giovani romani a iscriversi nelle loro facoltà a Macerata esibendo un repertorio di improperi stradali. Noi che abbiamo tre università pubbliche più altre private dovremmo stare a posto, e al limite, se proprio vogliamo di più, sfoglieremo i programmi della Normale di Pisa o della Bocconi: e invece ci tocca accettare gli sberleffi volgari di tre scemi.

Qualche famiglia romana, dopo aver subito quelle offese da quattro soldi, dovrebbe dire: figlio mio, ma perché ti ostini a volerti iscrivere all'università qui in città, vai a Macerata, epicentro della cultura mondiale, nuova Atene, lì ti troverai bene, potrai imparare a mandare tutti a cagare, a scaccolarti in pubblico, ruttare a tavola, sputare dal finestrino, li a Macerata si impara veramente cos'e la vita. Paghiamo noi, stai tranquillo, ti prendiamo una stanza al centro di quella ridente città delle Marche, e magari dopo un po' non paghiamo più, li mandiamo dritti dritti a quel paese, come loro ci insegnano a fare. Mah. Io non mi scandalizzo, ormai nulla piò ci sorprende, ma credo sarebbe meglio se il sindaco e il rettore di Macerata facessero ritirare questi manifesti. A noi non ci fanno ridere per niente. Ma se li trovano tanto divertenti, li tenessero pure. Maceratevi felicemente nello sciroppo della vostra penosa goliardia.

La strana e irritante pubblicità della Università degli studi che si trova a Macerata

La Repubblica, cronaca di Roma, mercoledì 21 luglio 2004

La risposta a Marco Lodoli

Professor Lodoli, la conosciamo come lettori, apprezzandola, dai tempi del suo gradevolissimo libricino Crampi. Era il 1992. Oggi, 21 luglio 2004, leggiamo il suo editoriale su Repubblica, cronaca di Roma, e un crampo ci è venuto davvero. All'ironia. Siamo i responsabili della campagna pubblicitaria dell'Università di Macerata, il cui titolo è "La buona educazione". Le immagini mostrano studenti che fanno "gestacci" (però sorridono, e qui sta la chiave di lettura, per nulla volgare, della comunicazione). Lei stronca questa pubblicità senza mezzi termini. Non le è piaciuta proprio, anzi la irrita. Va bene. Si può discutere, o girare pagina (nel nostro caso, i manifesti pubblicitari da lei considerati "volgari e fastidiosi" non possono ovviamente obbligare a cambiare strada, ci mancherebbe! Lei dice che bisognerebbe rimuoverli. Addirittura!). Il suo editoriale, professor Lodoli, ci sembra scritto frettolosamente. A voler essere puntigliosi, non ci sembra neanche un "pezzo alla Lodoli". Tagliamo corto e veniamo al dunque, fa caldo e questa polemica ha pochi estimatori. Trattandosi di Università, la parola "educazione" va da sé. Educazione intesa (il soggetto è l'Università, non dimentichiamolo) nella connessione etimologica con il verbo "ducere": guidare.
Una buona educazione (una buona guida) è quanto intende offrire l'ateneo maceratese con le aree di studio e con i servizi allo studente eccetera. Da una parte c'è una possibile "buona educazione", dall'altra c'è una educazione non proprio buona, sintetizzata "pubblicitariamente" in un comportamento, in una gestualità da "maleducato" (un ragazzo fa le corna, una ragazza fa la boccaccia, una ragazza fa il gesto con il braccio). Una sorta di comparazione, però discreta, suvvia. Ma li ha visti bene questi ragazzi? Un gestaccio accompagnato da un sorriso cos'è per lei, professor Lodoli? Per lei è (citiamo dal suo editoriale): "sputazzare controvento, ragazzi che ci insultano da mille angoli di strada, improperi stradali, sberleffi volgari di tre scemi, offese da quattro soldi". La pubblicità utilizza le esagerazioni, ma lei, professore, non si risparmia. C'è un pezzo del suo editoriale che merita una rilettura, però non le fa merito.

Lei scrive: "qualche famiglia romana dovrebbe dire (…): figlio mio (…) vai a Macerata, epicentro della cultura mondiale, nuova Atene, li ti troverai bene, potrai imparare a mandare tutti a cagare, a scaccolarti in pubblico, ruttare a tavola, sputare dal finestrino, lì a Macerata si impara veramente cos'è la vita. Paghiamo noi, stai tranquillo, ti prendiamo una stanza al centro di quella ridente città delle Marche, e magari dopo un po' non paghiamo più, li mandiamo dritti dritti a quel paese, come loro ci insegnano a fare". Professor Lodoli, che brutta impressione che le hanno fatto tre ragazzi di provincia, senza violenza nello sguardo e nei gesti. La sua prosa è irriconoscibile (siamo rimasti ad un Lodoli più fresco, ironico, ma tant'è, gli anni passano). Vogliamo invece sottolineare, rileggendo quanto lei ha scritto, le "sue" volgarità e, se lo lasci dire, le sue osservazioni un po' banalotte? Se le capiterà ancora di imbattersi nei manifesti irritanti dell'Università di Macerata (grazie per l'Atene, giusto in tempo per le Olimpiadi), legga il testo di chiusura. Dice: "All'Università di Macerata solo gesti di entusiasmo". Ovviamente il riferimento è ad altri gesti, non a quelli dei manifesti (che non vogliono essere di buona educazione, altrimenti non verrebbe fuori l'altra educazione, quella "buona"). O non ha capito neanche questo, "esimio" (parola sua) professor Lodoli?

Iceberg




Copy: Massimo De Nardo
Art: Marcello Piccinini
Direzione: Luigi Giuliano
Foto: Roberto Mazzola
Agenzia: Iceberg (MC)