LA PUBBLICITA' RI-VISTA la réclame stampata


 

Tentazioni da ritentare

 
 
Non abbiamo ancora superato il "senso del serpente per il peccato". In Occidente il rettile è il diavolo tentatore, in Oriente è simbolo di forza non temuta. Qui, nell'Occidente esportatore di demo-democrazie, il serpente è sempre quello del peccato originale. In pubblicità, l'invertebrato strisciante tenta il cliente, ma, siccome il risultato è una idea fotocopia, meglio dire: pubblicitari, ritentate.
Tre noti marchi utilizzano il serpente, dimesso forse da un rettilario. Noi siamo contrari agli zoo, figuriamoci agli acquari e ai rettilari domestici. Roberto Cavalli produce calzature con fibbie a forma di serpentelli dorati. Il calzaturificio Fabi, aiutato da un trio di firme pubblicitarie, mette lo stivale in un tegame al posto dell'uovo e fa scivolare sulla tomaia un serpente poco rassicurante. La pelletteria The Bridge annoda un serpentone sulla borsa a manico largo. E queste sarebbero le tentazioni? Metaforine da catechismo. La creatività non è più cosa da paradiso terrestre.