PUBBLICITA' RIVISTA la réclame stampata

 

Testi da copy. Sono quelli che, in pubblicità, fanno la differenza. Linguisticamente di sicuro, mentre nello scaffale di un supermercato è tutto da verificare; la pubblicità è una delle tante variabili del marketing e non si sa quale sia la sua parte efficace. Un industriale disse che si rendeva conto che metà del suo investimento pubblicitario serviva a niente, ma il problema era sapere quale metà fosse.
Difficili da fare, i testi da copy, perché ci vuole ottimismo, che è condizione rara, specialmente quando l'utile, il dilettevole e il funzionale non vanno di pari passo nel mestiere del copywriter.
I testi da copy li leggeranno solo i copy? In genere, la qualità di scrittura di un testo aziendal-pubblicitario è un mix di cordialità dialogante, citazioni passanti, allegorie e metafore dislocate nel rigo giusto. Un testo da copy si fa leggere come un racconto, ti suggerisce le pause, il soffiato, il gutturale. Ecco perché è difficile rimediare un buon testo pubblicitario. Velleitario, vanesio, narciso, egocentrico, edonista, imbroglioncello. Il prodotto è così. Il testo è l'abito del prodotto.
Chi scrive testi da copy deve essere talmente serio (calato nella parte) che alla fine il prodotto-testo è di una leggerezza che dire italocalviniana sarebbe troppo leggero.
Il testo Coop sugli organismi geneticamente modificati (agenzia Pirella Lowe) è un testo molto ben scritto, però normale; leggero e informativo, però normale; politicamente corretto (si dice ancora?), però normale. Ma è una normalità che si può esercitare solo quando - per citare il solito Ogilvy – "si è imparata la lezione".
C'è una normalità che a noi di Segnal'ertica non piace affatto, ed è quella che ha reso normali i conflitti d'interesse, i falsi in bilancio, le devoluzioni da quartiere, la basi per missioni "born to kill".
E' una normalità che suggerisce di essere pressappochisti, qualunquisti, Anche nelle parole per i testi. E nelle idee. Con il terribile risultato che l'azienda è leader nel settore, l'esperienza è ventennale, i prodotti sono in vasta gamma e l'offerta è irripetibile.


Alcuni chiamano gli OGM organismi Frankenstein. Cominciamo bene. Nel senso che è bene cominciare col dire che OGM sta per organismi geneticamente modificati. Cioè organismi viventi creati artificialmente dall'uomo manipolandone l'identità genetica. Funziona così: si prelevano uno o più geni da un organismo vivente e si inseriscono nel patrimonio genetico di un altro organismo. Genetica? Geni? Non ci vuole un genio per capire che l'argomento è delicato. Infatti, a differenza delle tradizionali tecniche di miglioramento delle varietà vegetali, l'ingegneria genetica salta le barriere tra le specie e costruisce nuovi organismi viventi, altrimenti impossibili in natura. Ci sono geni di batteri innestati nel mais per renderlo resistente ai predatori; esperimenti con piante modificate per maturare più in fretta e tollerare di più il gelo o la siccità; piante che possono essere innaffiate con acqua salina; piante giganti, piccolissime e su misura. Se poi questi organismi, oltre ad essere modificati geneticamente, siano modificati anche genialmente, noi non lo sappiamo.

Sui rischi conseguenti all'introduzione nei cibi e nell'ambiente di OGM si dibatte da tempo. Non ci sono risposte certe per la salute dell'uomo e per la tutela dell'ambiente. E poi, com'è possibile tenere sotto controllo l'impatto delle biotecnologie sulla variabilità genetica, garantita in natura da processi evolutivi dominati dal caso? Infine, che certezze si hanno che il valore nutrizionale dei cibi transgenici non cambi?

Per tutti questi motivi, visto che la Coop sei tu, abbiamo fatto tutto quello che avreste fatto voi. Nel rispetto del diritto di scelta del consumatore e della naturalità dei nostri prodotti, dal gennaio 1998 abbiamo chiesto ai fornitori di non utilizzare materie prime derivanti da manipolazioni genetiche. Poi abbiamo ottenuto garanzie non solo sul prodotto finito, ma a partire già dalla coltivazione in campo, siglando accordi con le organizzazioni agricole, Confagricoltura, Coldiretti, Cia, mangimifici, allevatori e macelli. Vi basta? Nemmeno a noi. Per essere ancora più sicuri, abbiamo creato un laboratorio tutto nostro con un settore di biologia molecolare dotato di strumenti all'avanguardia per il controllo dei prodotti. Il laboratorio è accreditato S.I.N.A.L. (Sistema Nazionale di Accreditamento Laboratori) che ne verifica sistematicamente l'affidabilità.

Insomma, ben venga la prudenza e un pò di sale in zucca. Finché non saremo sicuri che le modificazioni genetiche non comportino rischi per l'uomo e per l'ambiente, ne garantiremo l'assenza dai prodotti a marchio Coop, tutti garantiti e certificati NO-OGM. In altre parole, nel dubbio, preferiamo non avere dubbi.