C O N T R O S E N S O

Una falsità detta con convinzione per più di cinque volte si trasforma in verità assoluta.

C'è un "assunto" che è ormai entrato nell'immaginario collettivo come dato scontato e non discutibile, proposto anche da illustri cosiddetti uomini di cultura, che dovrebbero avere le idee più chiare in proposito.
L'assunto è: nazismo/fascismo = comunismo (per i danni che hanno procurato).
Ed è tutto un affannarsi nel proporre cifre, contestabili o meno, per rilevare la maggiore crudeltà degli uni o dell'altro. Mi sembra doveroso finalmente fare chiarezza sul fatto che, al di là dell'entità dei danni provocati (che sarebbe questione troppo complessa, ma soprattutto irrilevante verificare), l'assunto fascismo = comunismo sia da contestare, in una prospettiva culturalmente più rispettabile. Occorre prendere in considerazione non quanto essi hanno provocato, ma i fondamenti ideologici su cui essi si basano.
Se dovessimo infatti considerare le stragi, i genocidi commessi in nome di ideologie, saremmo costretti ad allargare gli accostamenti tra di esse: nel convincimento di dover diffondere il Cristianesimo si sono procurati milioni di morti; non mi riferisco alle Crociate (sarebbe troppo facile), ma, solo per fare un altro esempio, alle imprese compiute da Carlo Magno - fondatore di un impero che i libri di storia ancora definiscono "Sacro" - che, nel nome di Cristo, sterminò due popoli interi: Sassoni e Àvari (scomparsi come gli Àvari, si disse da allora in poi proverbialmente). Che dire dei milioni di morti procurati nel processo di colonizzazione in nome di una civiltà da diffondere secondo la logica capitalistica del mercato! Certo nessuno si sognerebbe, sulla base di queste considerazioni, di affermare il teorema: cristianesimo = fascismo = capitalismo = comunismo. E con ragione!
Ritorno a quanto detto sopra: non ha senso considerare i risultati, distorti e spesso incongruenti con i fondamenti ideologici, per dare valore ad una idea.

 

Per capire cosa è il fascismo bisogna leggere le pagine di Evola ("Il mito del sangue", "Teoria dell'individuo assoluto"), e oggi magari gli scritti deliranti di Heider. Superiorità di razza, diritto del più forte di prevaricare sul debole, affermazione della forza come volontà di potenza, esaltazione dell'atto fine a se stesso. Il nazismo è ben spiegato nella pagine del Mein Kampf di Hitler: esaltazione della razza ariana, diritto alla conquista del governo del mondo, culto del corpo in nome di un vago paganesimo, disprezzo della cultura da cui era opportuno tenere lontano i giovani. E potrei continuare. Idee, queste, che ogni persona, non dico saggia, ma solo di buon senso, si vergognerebbe di professare. Il cristianesimo come Chiesa può avere commesso infiniti errori, ma, lo affermo da laica, a suo fondamento c'è "Il discorso della montagna", che è il manifesto di un messaggio di pace, di giustizia, di libertà.
Nel nome del comunismo sono stati aperti i gulag, ma a fondamento del comunismo c'è il Manifesto di Marx, che è esortazione all'uguaglianza, alla giustizia, alla tolleranza, ad un cosmopolitismo che avrebbe dovuto mettere fine ad ogni forma di prevaricazione: "Proletari di tutto il mondo unitevi".
Fatte queste considerazioni, ribadisco, è ancora lecito dare per scontato il teorema nazismo = comunismo, dato che sarebbe allora logico concludere: nazismo = comunismo = cristianesimo = capitalismo? Non ciò che è stato fatto "in nome di…", ma il contenuto di quel "di…" deve essere preso in considerazione, se si vuole essere intellettualmente onesti e scientificamente credibili.Spero che questa riflessione aiuti a smantellare un convincimento che si sta trasformando in dogma solo perché è stato affermato "più di cinque volte". E una falsità detta con convinzione per più di cinque volte, lo sappiamo, si trasforma in verità assoluta.

Alessandra Tallei