CONTROSENSO

 

Sì però
Il “Si, no” ancora regge. Prima si afferma, poi si nega. Ora predomina il “Si, però”. Non proprio una variante. E’ ormai un dato certo: il “Si, no” non è la via breve per dire: non sono del tutto d’accordo. E’ più un intercalare che una opinione contraria, una sorta di pronipote del “cioè”. Invece il “Sì, però” sbarra la strada al discorso in modo diretto, sia pure garbatamente. Ferisce più la lingua che la spada, ma questa è solo una noterella, e quindi al bando le ciance. Personalmente mi fa un po’ rabbia quando il “Sì”, che apre speranze e condivisioni, poi viene stoppato da quel “però” negante. Forse un “no, non sono del tutto d’accordo”, che mette subito le cose in chiaro, è troppo lungo da dire? Sì, no, forse.

Però si potrebbe anche dire. Insomma, però, ma guarda te uno che va a cincischiare con tutto quello che c’è da fare in giro. Sì, però.
Per dare tono alla noterella, una citazione ci sta bene (più interessante della stessa noterella, ovvio). Stefano Benni ha scritto, prologando il suo Bar sotto il mare: “Non ci crederete. Passiamo metà della vita a deridere ciò in cui altri credono, e l’altra metà a credere in ciò che altri deridono”. Il solito, splendido Benni. Solo sì, e niente però.