C O N T R O S E N S O

 

 

Scrittura da codice fiscale. Parole dimezzate, accorciate, prive delle vocali; le troviamo specialmente nei testi della posta elettronica e nei brevi messaggi tra telefonini. Scrivere xké invece di "perché". Lo si fa per fare più in fretta? Rispetto a quale scadenza? Si tratta di qualche centesimo di secondo. Il linguaggio si accorcia forse perché si va fonetizzando, quasi come un geroglifico sonoro: scrivo come pronuncio. E' un fenomeno che sta cambiando anche la lingua inglese, lingua dominante. L'inglese in Africa si scrive più spesso come si pronuncia; l'americano parlato dagli ispanici è lo spanglish, un miscuglio di radici yankee e cadenze gringos. Anche noi italiani abbiamo aggiornato il nostro dizionario, specialmente nei lemmi dell'internet: cliccare, ciattare (sarebbe: chattare; ma è molto più brutto), baipassare, zippare, formattare, resettare, scannerizzare eccetera.
La pubblicità spesso deforma il linguaggio e, comunicandolo, ne fa un comportamento. Penso alla campagna pubblicitaria di Altavista, con le headline scritte come si pronunciano. "Non preoccuparti" diviene "Don Uorri (e l'immagine mostra un giovane fotomodello alla "siciliana"); "Molto bello" si scrive "Veri nais". Perché, allora, "perché" non si dovrebbe scrivere xké? La lingua, si sa, è "mortal" (Lingua mortal non dice quel ch'io aveva in seno). E se qualcosa muore qualcun'altra nasce. Ma, per rassicurare i puristi della lingua, quest'uso del corto, del tronco, dell'amputazione familiarizza con uno slang giovanile (che vorrà mai dire: giovanile?) e solo con poche battute. I segni aritmetici vanno + o - per la maggiore; "comunque" si stringe in cmq, nell'identità di un centimetro quadrato; off topic entra nella lingua per indicare un "fuori argomento". Padroneggia il cappa, ristretto in k, in tutte le battute che contengono ch, qu e simili. Ma a ben guardare il linguaggio delle belle maniere (in epoca pre-internettiana), non mancano - ancora e purtroppo- vere demenzialità, come ad esempio scrivere P.zza risparmiando sul misero lastricato di una I e di una A, che con l'aggiunta del puntino, tirando le somme, fa risparmiare una sola battuta. Strada facendo, il viale smagrisce in V.le. E che dire della sig.ra che ha smarrito il no? Abbreviazioni. Ma perché (xké) e a che (ke) scopo? "Nella stesura di un testo, le abbreviazioni si usano essenzialmente per risparmiare spazio. (…) Come criterio generale, le abbreviazioni vanno utilizzate solo quando semplificano la lettura del testo - e non quando la ostacolano", così è scritto nel Il nuovo manuale di stile, edito dalla Zanichelli. Dopo aver risparmiato spazio sul nostro foglio in formato word, perdiamo tempo con il controllo ortografico che impazza nello strisciare di rosso tutte le nostre abbreviazioni e pronunce scritte alla "come parli". Parla come mangi. Erano i bei tempi di un piatto di spaghetti al pesto. Ora, si fa pranzo con un senduic al tonno. E per i + pkkoli, un big mec al keciap, con coka bollicinante. Grazie per l'ascolto. Ovvero: thx.