Fanno
un certo effetto i due segmenti di luce che sostituiscono idealmente le
Torri gemelle di New York. Sono trascorsi sei mesi. Si commemora quel
maledetto 11 settembre 2001 (maledetto per tutto il mondo) e si accendono
riflettori verso le stelle.
Leggo su repubblica.it che "Valerie, una ragazzina dodicenne figlia
di Nathaniel Webb, un poliziotto di Port Authorithy morto nel crollo del
World Trade Center, alle 18.30 ha premuto un interruttore e due fasci
di luce si sono lentamente, solennemente innalzati nell'oscurità.
Iniziava il "Tribute of Light" dell'America ai suoi morti. Grazie
a una tecnologia italiana, di una ditta di Alessandria, si sono illuminati
88 fari installati in due aree di Ground Zero. Ci sono voluti 20 secondi
prima che la potenza di luce arrivasse al massimo, prima che i "luminous
ghosts", i fantasmi luminosi, come li chiama oggi il New York Times,
ricreassero solo un'illusione di quella sicurezza spezzata per sempre
dal primo attacco all'"home soil", il suolo di casa. Venti secondi
oggi contro ore di inferno allora e mesi di rabbia e di incubi in seguito".
La vita e la morte diventano spettacolari, scenografiche, hollywoodiane.
E affascinano (non nascondiamocelo). Guardo i due segmenti luminosi e
mi fanno un certo effetto.
Per un attimo ho l'impressione chi si possano muovere. La luce si accompagna
al rumore. Aerei che bombardano di notte. Una guerra vale l'altra (anche
se non si può parlare di valore), nell'azione di un riflettore
che viene puntato verso l'alto, non all'infinito ma ad un aereo che sgancia
bombe a tonnellate. Ogni bomba è uguale ad un'altra. L'effetto
strano è che quei segmenti luminosi mi hanno fatto pensare ancora
alla guerra. Non un altro attacco a New York (tutto è comunque
possibile, la storia è impazzita), ma un attacco ad una città
nella quale viviamo tutti, oriente o occidente non importa. Due segmenti
da contraerea, non certo un monumento di luce in ricordo di un giorno
maledetto. Tutti i giorni stanno diventando maledetti, ovunque. Adesso,
influenzato da due segmenti da contraerea, vorrei una cerimonia al contrario:
i fari sono accesi, prima ancora di ritrovarsi sulla piazza; una ragazzina
di nome Valerie preme l'interruttore e le luci si spengono. Sospiro generale.
Anche commozione. Non ci sono più bombardieri in volo da inquadrare
con un fascio luminoso, la guerra è finita. Che magnifico silenzio.
Ovunque.
MDN
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