CONTROSENSO

 

Basta una parola.
Certe immagini si vedono ora concave ora convesse, a seconda dell'angolatura dello sguardo. E modificando la percezione cambia il senso/significato delle cose, la sostanza. La comunicazione ha raggiunto strumenti così sottili di penetrazione persuasiva che non occorre fare discorsi elaborati, basta chiamare una stessa cosa con nomi diversi. Qualche esempio.


Dissidente o terrorista
Colui che sequestra un gruppo di persone indifese per scopi politici è considerato dissidente se il fatto avviene fuori dell'Impero, è considerato terrorista se coinvolge l'Impero.

Democrazia autoritaria (autoritarismo democratico) o dittatura
E' democrazia autoritaria quella che viene esercitata direttamente o indirettamente dall'Impero, nel momento in cui vengono sospese le garanzie nei confronti di diritti fondamentali, primo fra tutto l'habeas corpus, il diritto cioè di non essere privato della libertà personale senza il mandato della magistratura.
Si chiama dittatura quando ad esercitare il potere senza il rispetto dei diritti fondamentali sono personaggi che operano in Paesi al di fuori dell'Impero, spesso contro l'Impero, Paesi definiti canaglia o perdenti.

Aggressione o guerra di liberazione (preventiva, giusta, umanitaria)
E' aggressione se ad occupare militarmente il territorio di un altro Stato è un Paese che va contro l'Impero o soltanto si colloca fuori dell'Impero.
E' guerra di liberazione (preventiva, giusta, umanitaria) se ad occupare militarmente un territorio è l'Impero o uno dei suoi alleati.

Democrazia elettorale sì o democrazia elettorale no
La democrazia elettorale è tale e vale soltanto se si è sicuri che a vincere è lo schieramento voluto dall'Impero (l'Algeria, e, da ultimo, l'Iraq, dove ci si dice che è opportuno rimandare le elezioni altrimenti potrebbero vincere gli Sciiti).

Fervore religioso o fondamentalismo integralista
George War Bush è un uomo di fede, prega con fervore prima di una riunione governativa (anche i suoi ministri e collaboratori giungono le mani) e prega prima di far sganciare bombe a grappolo dai suoi "ragazzi".
Tutti gli altri, e in particolare i musulmani, sono fondamentalisti, integralisti, esagerati, esagitati, esasperati (un cambio di consonanti per allargare il discorso).


Prigionieri di guerra o combattenti nemici
A Guantanamo (la base-prigione americana a Cuba) sono segregati quasi 700 afgani (ci sono anche dei minorenni) che sopravvivono in condizioni disumane. Venticinque "prigionieri" si sono suicidati, diciassette hanno tentato il suicidio, due sono morti sotto torture. Questi "soldati" non vengono chiamati prigionieri di guerra, affinché per loro non conti la Convenzione di Ginevra, che potrebbe in qualche modo rendere meno terribile la segregazione.
Gli Stati Uniti li chiamano "combattenti nemici". Il cinismo delle parole e dei fatti rasenta la demenza. Ma un soldato che combatte contro di te è o non è un combattente? E va da sé che se combatte contro di te un po' nemico lo sia. Quindi, un prigioniero di guerra (così come lo inquadra la convenzione di Ginevra) è un combattente nemico. Non solo nelle parole, ma nel diritto di essere trattato almeno con dignità.


Le parole sono gommapiuma, si modellano con facilità. Ma sanno anche essere spigolose come pietre. Un sacerdote di Barbiana diceva che l'operaio è operaio perché conosce solo cinque parole, e il padrone è padrone perché ne conosce cinquemila. E gli ci vuole poco a manipolarle, a truccarle.
Però, non è detta l'ultima parola.

Alessandra Tallei